Il ruolo di Assogestioni

Assogestioni ha dato forte impulso all’introduzione nel nostro Paese di un modello di governance allineato alle migliori istanze che provenivano anche dai mercati internazionali. In questo senso come non ricordare, sin dalla stagione delle grandi privatizzazioni (cioè di ENI, ENEL e così via discorrendo), la partecipazione attiva di Assogestioni nella nomina dei primi amministratori indipendenti designati allo scopo di proteggere le società che si stavano aprendo al mercato da una potenziale indebita interferenza dello Stato, divenuto azionista di controllo ed in presenza di un limite al possesso azionario dei privati. Grande attenzione quindi nel rassicurare i fondi anche esteri sulla governance che si andava a designare nelle società privatizzande e rendere così appetibili investimenti nel loro capitale azionario.

Ricordo poi in quegli anni le giornate di studio periodicamente organizzate da Assogestioni per promuovere fecondi dibattiti sul tema ed alle quali, chi come me era stato designato amministratore dai fondi, partecipava per scambiare esperienze e per raccogliere preziosi suggerimenti. Assogestioni ha certamente contribuito a formare una cultura della “governance” che si è poi progressivamente diffusa ed al riguardo non si può non menzionare anche il contributo di Assonime, specie nell’ultimo decennio, e poi di NED Community. Ma oltre all’aspetto culturale va segnalato come in questi ultimi anni Assogestione stia cercando di promuovere con maggiore intensità rispetto al passato una partecipazione attiva (shareholder activism) degli investitori istituzionali nella governance delle società in cui investono. Di particolare momento sono i Principi italiani di Stewardship adottati da Assogestioni nel 2013.

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